venerdì 6 marzo 2009

banche armate


«Grazie per la vostra straordinaria assistenza nelle indagini su Intesa Sanpaolo, ci ha consentito di determinare l’estensione delle violazioni commesse dalla banca nell’eseguire pagamenti per conto di entità iraniane, siriane e libiche».

Il procuratore distrettuale di new York al sostituto procuratore di Milano.
Ormai un annetto fa.
In Italia,a parte un articoletto su "La Stampa",non se n'e' parlato.

Tali espressioni si spiegano con l’importanza di quanto hanno trovato gli uomini del nucleo di polizia tributaria di Milano negli uffici di Intesa Sanpaolo in Piazza della Scala.
Il blitz è avvenuto sulla base di un decreto di perquisizione e ispezione nei sistemi informativi e le prove rinvenute, a seguito dell’esame dei documenti trovati, consentono agli inquirenti italiani di provare i sospetti dei colleghi americani. «Le ipotesi avanzate per rogatoria internazionale dal ministero della Giustizia Usa erano fondate» recita la relazione che sarà poi formalizzata il 6 maggio, tenendo conto anche degli interrogatori avvenuti e delle prove raccolte in Italia.
In particolare «è stata trovata prova del fatto che Intesa Sanpaolo si è adoperata perché su alcune operazioni finanziarie internazionali non risultasse formalmente il nome di banche con sede in Paesi sottoposti a sanzioni Usa, facendo passare tali operazioni come normali transazioni interbancarie».
In concreto significa che sui documenti relativi alle transazioni le intestazioni su provenienze da Iran, Siria e Libia erano state cancellate con codici di copertura. Da qui la conclusione che «gli accertamenti svolti dalle autorità italiane hanno provato effettivamente che Intesa Sanpaolo ha inviato swift di evidenza fondi verso la sua filiale di New York senza che venisse menzionato il nome del beneficiario ordinante del bonifico».

Si parla di un traffico di miliardi di dollari.

Questo e' il documento,risalente al 2007,chiamato pomposamente "Policy settore armamenti",contenuto nella pagina"Sostenibilita' " del gruppo " Intesa San Paolo ",in cui si dichiara che il gruppo non intende piu' commerciare in armi ne' finanziare aziende legate al settore armamenti,in linea "con i principi della Costituzione italiana che ripudia la guerra"

Policy settore armamenti Intesa-San Paolo


Banche armate e' il sito della campagna contro i finanziamenti delle banche ai produttori e commercianti di armi.

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