mercoledì 21 gennaio 2009

uomini e cortigiani

Il Pio Albergo Trivulzio ha una nuova ala dedicata a Mamma Rosa.
L'inaugurazione si e' trasformata in un'occasione per il Signorotto per farsi pubblicita'.
Sulla targa una frase(attribuita alla madre)"se ci credi lo devi fare"
Logicamente riferita alla lotta del figlio ai comunisti,immagino.
In contemporanea ha staccato l'assegno di 500mila euro.
Gente adorante china e riverente che porgeva la mano sperando che la toccasse.
Come il Papa.O il piccolo feudatario di 1000 anni fa.

E sempre nello stesso momento apprendo che dato che il pil dell'Italia sara' del -2% questo significa che torneremo indietro solo di un paio d'anni,quando in fondo non si stava poi cosi' male.
Tipo macchina del tempo.
Ecco allora io vorrei che si tornasse agli anni '70 li' si' che si stava bene!
Percio' basta sperare che il pil vada a -30% giusto?Come il Mozambico!
Ho fiducia ,penso che ce la faremo allora...

In realta' l'episodio mi ha ricordato un articolo che considero l'emblema della piaggeria dei giornalisti italiani.Proprio come un rappresentante di una corporazione medievale che liscia il signorotto locale il sig Carlo Rossella(Tg5, Panorama) vergava un alto pezzo di giornalismo dedicato alla mamma del principino ed esposto in prima pagina da La Stampa.

Ieri in una trasmissione radiofonica si ricordava Toscanini che si rifiuto',quando era direttore della Scala di Milano ,di suonare l'inno fascista e per questo fu sostituito e costretto a emigrare negli Stati Uniti.
Prima di partire disse al suo allievo che doveva sostituirlo:"Un uomo non puo' essere solo un musicista"Anche questo suo allievo si rifiuto di suonare l'inno fascista e si fece cacciare.

Perche' l'esempio e' piu' forte di mille parole.

Nel pezzo che segue non riesco a vederci un giornalista.
Piu' un cortigiano direi.
Sicuramente non un uomo.

Rossella riguardo la puntata di Annozero su Gaza ha sentenziato"Si e' trattato di una trasmissione sbilanciata"
Un uomo tutto d'un pezzo.

MAMMA ROSA BERLUSCONI


Carlo Rossella per “La Stampa


Dietro un grande uomo c’è sempre una grande mamma. E mamma Rosa, morta ieri a Milano all’età di 97 anni, è stata davvero una gran mamma per Silvio Berlusconi.
Lei però non se ne è mai vantata. Emilio Fede, che la frequentava e la conosceva bene, ricorda: «Diceva sempre di essere una madre come tutte le altre». E così dicendo Rosa Bossi raccontava una terribile avventura corsa quand’era una giovane sposa e lavorava a Milano. Sola, col marito rifugiato in Svizzera per sfuggire ai fascisti, era in viaggio su un treno di poveri pendolari diretto nella capitale lombarda. Erano i tempi della Repubblica di Salò. Un gruppo di soldati nazisti irruppe nel vagone per arrestare dei giovani italiani. «Non toccateli», gridò la signora Bossi, «per prenderli dovrete passare sul mio corpo». I tedeschi, di fronte al coraggio della donna, lasciarono perdere.

Ecco, la signora Rosa, minuta e bella (da giovane aveva fatto anche la modella per un pittore) era molto coraggiosa. E al figlio Silvio faceva una quotidiana iniezione di coraggio.
Quando lui decise di scendere in politica, le chiese un parere, visto che alcuni amici intimi gli avevano consigliato di non farlo. La mamma lo spronò: «Vai, ti faranno del male i tuoi nemici, ma se senti che questo è il tuo dovere non tirarti indrè».

Il senso profondo del dovere ha accompagnato la signora Rosa per tutta la vita. Il carattere, dolce e forte allo stesso tempo, è stato una buona scuola per il Cavaliere. Una scuola lombarda, milanese, di quelle che spronano gli uomini a partire da zero per costruire grandi cose.


Mamma Rosa era saggia, intelligente, realista. Era pragmatica, come pragmatico è Berlusconi.
I due si specchiavano una nell’altro. Lei gli era indispensabile con consigli, amore, presenza. Si sentivano, come ricorda ancora Emilio Fede, «più di una volta al giorno». E nelle circostanze più incredibili, fosse anche un Consiglio dei ministri, o un summit internazionale. «C’è la mamma», sussurrava la fedelissima Marinella Brambilla. E lui lasciava capi di Stato, ministri, amici per parlarle, raccontarle quel che stava facendo. Poi tornava in riunione, magari citando una frase di mamma Rosa.
Lei, che non si preoccupava certo di rimproverarlo, come fanno tutte le mamme coi figli, era da sempre la sua maestra di buon senso.

Finché è stata bene ogni domenica mamma Rosa ha di fatto presieduto il grande pranzo di famiglia a Villa Belvedere di Macherio. Vi arrivava dopo aver lasciato la sua abitazione al Lorenteggio, la prima casa costruita da Berlusconi e nella quale è morta. Berlusconi, seduto a tavola accanto a lei, le teneva la mano. Così come ha fatto in questi giorni di agonia, sdraiandosi accanto e stringendo quelle dita che lo avevano accarezzato da piccolo e da grande. I figli di tutte le età hanno bisogno della carezza della mamma, un gesto che trasmette sicurezza, amore, comprensione, perdono.

Per noi uomini italiani la mamma è tutto. Berlusconi è italiano fino in fondo, con vizi e virtù. Mamma Rosa era una bella e forte mamma italiana. La signora era quasi centenaria. Ma per tutti la mamma è la mamma e l’età non conta. In queste ore il dolore di Berlusconi è forte. Ma come è successo a chi ha perso la madre, dopo il dolore vengono l’angoscia e il rimpianto e infine il ricordo che non ti lascia più.

La foto e' per Toscanini ,l'unico Uomo di questo post.

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