giovedì 22 novembre 2012

I musei insegnano

Ken Loach non andrà al Torino film fest per solidarietà con dei lavoratori di una cooperativa del Museo del Cinema ingiustamente(pare) licenziati.
Trovo questo gesto coerente e ammirevole.
Il buonista Gramellini avrebbe preferito vederlo sul palco a ricevere il premio e lottare per gli oppressi con qualche dichiarazione che il suo giornale (La Stampa) avrebbe inserito in un trafiletto e tutti i mass media avrebbero cestinato,in un'epoca in cui ormai neanche gli operai sui tralicci,che ricevono la solidarietà puntuale di qualche radical chic che si dichiara dalla loro parte,riescono a farsi sentire.
Non si parla quasi più neanche di quelli che si suicidano.

E allora l'unica cosa che resta a chi ha davvero la schiena dritta e' negare la possibilita' agli sfruttatori di fregiarsi della loro presenza e magari farsi belli con qualche foto.

Con il buonismo stucchevole non mi pare che si sia mai ottenuto qualcosa e questa nuova tendenza radical chic a porgere l'altra guancia quando ti randellano mi sembra davvero(questo si') tipica di chi in realtà non sa cos'è la crisi e non si vuole sporcare troppo le mani.

In merito al licenziamento dei lavoratori mi viene da dire che magari verrà fuori che è' regolare,ma in ogni caso trovo ingiusto che un comune di sinistra come Torino permetta che si utilizzino le cooperative nelle sue strutture;tutti sanno quali sono le condizioni di lavoro(legali purtroppo) a cui sono costretti a sottomettersi i dipendenti delle cooperative.
Solito difetto della sinistra:tante parole,tanti principi e poi alla fine si comportano peggio di quelli di destra.
Che sa un po' di presa per il culo.

Com'e' che nessuno ne parla?Mi piacerebbe che i buonisti si sporcassero un po' le mani con queste cose.

Gramellini ha definito questa una protesta da museo;sarà,ma al museo si va per imparare.

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